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Ok, lo ammetto: sono un po’ossessionata dalla ricerca del brunch perfetto, in particolare del pancake perfetto. Da quando ho assaggiato quelli americani, alti, soffici (in inglese si dice “fluffy”, deliziosamente onomatopeico), annegati nello sciroppo d’acero, non passa domenica senza che pensi a loro.

Tra l’altro è andata così: mentre organizzavo quel viaggio a New York ho avuto l’idea geniale di non prenotare la colazione per risparmiare un po’ sul costo dell’hotel, “mangerò un muffin al volo al Dunkin’ Donuts all’angolo ”, ho pensato. Ovviamente un minuto dopo stavo leggendo: “La guida ai breakfast più golosi nella grande mela”, o qualcosa di simile. Alla fine quindi, praticamente ogni mattina, mi sono ritrovata a spendere l’equivalente di 30 euro di colazione. Ma volete mettere la soddisfazione di iniziare la giornata con un piattone di pancake king size, stringendo tra le mani una tazzona di caffè fumante? Così è accaduto che in quella vacanza ho reso omaggio a (quasi) tutti templi dei pancake newyorchesi, e da allora non mi sono più ripresa.

Alla ricerca del sacro brunch a Milano

Credevo, ingenuamente, visto che Milano è spesso indicata come città più cosmopolita d’Italia, e che durante il weekend pullulano i locali che propongono brunch, di poter facilmente trovare qualcosa di anche vagamente somigliante all’originale. E invece no.

Sotto la Madonnina scovare un brunch simile a quelli provati negli Stati Uniti si è in rivelata un’impresa ardua. Ora, intendiamoci, non che io sia particolarmente fan della cucina statunitense, ma converrete con me che se c’è una cosa che lì sanno fare veramente bene, è la colazione.
E la colazione è in assoluto il mio pasto preferito: prima di addormentarmi ripasso mentalmente ciò che mangerò il mattino seguente e se disgraziatamente non ho nulla in casa, passo una brutta nottata. Quando apro gli occhi la prima cosa a cui penso è il cibo. Se rinuncio alla colazione possono esserci solo due motivi: o sto veramente male o sto andando a fare gli esami del sangue. Quindi capite bene che, per me, il brunch domenicale è quanto di più prossimo al paradiso, per questo ci tengo tanto e vorrei fosse sempre un’esperienza memorabile.

Durante la mia ricerca però ho tristemente constatato che la maggior parte dei locali, per adeguarsi alla moda del momento, propongono il cosiddetto “brunch all’italiana”, un ibrido che, nella maggior parte dei casi, finisce per essere un buffet tiepido, troppo simile a quello dell’happy hour. Il fatto che il brunch sia effettivamente un mix di colazione e pranzo, di dolce e salato, sembra autorizzare a snaturarlo e farlo diventare un’accozzaglia di cucine e sapori che non c’entrano nulla tra loro. Il brunch invece più che un pasto è un rito, con tutta una serie di regole non scritte, che in quanto tali, vanno rispettate.

I brunch americani più buoni di Milano

Se anche voi amate il brunch quanto me, seguite il mio itinerario tra i brunch (pseudo) americani più buoni di Milano.

OFELÈ

Non lontano dai Navigli, in quella Zona Tortona che nella settimana del Salone del Mobile si trasforma nel brulicante regno del design, ma nel resto dell’anno è un tranquillo intersecarsi di viuzze che ospitano showroom di moda, botteghe artigianali e ristorantini alternativi, c’è Ofelè. E proprio in questo locale, dal nome che più milanese non si può (significa pasticciere in dialetto) ho trovato i sapori che più si avvicinano a quelli americani.

Gli spazi sono piccoli (consigliato prenotare) e i tavolini molto vicini gli uni agli altri, ma l’atmosfera è calda e amichevole e il servizio attento. Tra le cose che apprezzo di più è che ogni portata del menu brunch viene servita separatamente, il che significa che posso mangiare con tranquillità il mio pane tostato con uovo in camicia e salmone senza paura che il resto si raffreddi. Nella maggior parte dei locali invece servono le portate del brunch tutte insieme e così finisco sempre per ingozzarmi per non rischiare di dover mangiare i pancake freddi. E diciamocelo: i pancake freddi, no, non si può!

Menzione speciale per i dolci: io adoro il banana bread e il loro è alto, morbido, con la giusta umidità e con un sapore di banana non troppo invasivo. Vale la pena avventurarsi anche nellacarrot cake: soffice, non stopposa e digeribilissima, nonostante la dimensione.

// Qui il loro sito. Li trovate in via Savona, 2.

HYGGE

Nascosta in una tranquilla traversa di Corso Genova, in una zona molto vicina ai Navigli, ma che già risente della prossimità con la più centrale via Torino, c’è un inaspettato angolo di Danimarca. Hygge vi accoglie in uno spazio luminoso, con grandi vetrate (per la gioia degli instagrammers), piante di tutti i tipi, tavoloni di legno e divani di pelle da cui non vi alzerete più.

Qui i gesti diventano lenti, la gente sorride, tutti parlano, ma non c‘è cacofonia e automaticamente anche tu ti rilassi per osmosi. È l’effetto hygge, la corrente di pensiero danese da cui il locale prende il nome, diventata famosa qualche anno fa perché esalta l’amore per gli ambienti caldi, intimi e confortevoli e per i piccoli piaceri della vita.

E cosa c’è di più piacevole di un vassoio di leccornie danesi la domenica mattina? Si lo so, questo non è esattamente un brunch americano, anche se in realtà il concetto non è poi così diverso, e comunque è delizioso. La formula prevede una pietanza a base di uova, una goduriosa patata Hasselback, profumata di spezie, morbida dentro e croccante fuori e un’insalata. La parte dolce è degnamente rappresentata da granola con yogurt e da una cinnamon roll dai sapori perfettamente calibrati, di quelle che in Italia trovi raramente. Volendo potete scegliere anche il brunch in versione vegana: vi assicuro che lo Smørrebrød con avocado o hummus non vi farà sentire la mancanza dell’uovo.

// Via Giuseppe Sapeto 3 (angolo Via San Calocero) e sul loro sito

FARINI

Poco più in là, ma tutto un altro mondo da Farini. Dimenticatevi l’atmosfera hygge in questo affollato locale adiacente alle colonne di San Lorenzo, la cui vocazione è prevalentemente quella di bar/focacceria. Io sono molto legata a questa zona perché ho vissuto qui per un po’, col mio primo amore, in un monolocale coloratissimo all’interno di una tipica casa di ringhiera milanese. Ricordo che un mattino ci svegliammo e il portone di casa era stato completamente ricoperto, con nostra delizia, ma con l’indignazione dei vecchietti del circondario, da un altrettanto coloratissimo murales. Ecco, qui è cosi: convivono l’anziano milanese, gli universitari fuori sede che, estate o inverno che sia, stazionano in strada a bere birra e parlare fino a tardi, i turisti, i milanesi in cerca di spunti alternativi.

Da Farini Il personale è giovane, indaffarato e forse neppure troppo contento che invece di un semplice caffè e cornetto ordiniate due avocado toast e un enorme piatto di pancake. Ma allora perché ve lo sto consigliando? Perché il brunch, che in realtà qui non viene neppure chiamato brunch ed è disponibile tutti giorni, è buono, buonissimo. Potete scegliere tra vari tipi di pancake dolci e salati, bruschette con avocado, uova o salmone e tante insalate, ma non c’è un menu fisso quindi se volete caffè o spremuta dovete ordinarli a parte.

Il mio piatto preferito è il pancake con sciroppo d’acero e frutti di bosco, perché i frutti di bosco son tanti e serviti con una fogliolina di menta che dà freschezza: il pancake è annegato nello sciroppo, ed è ottimo anche l’avocado toast (o bruschetta che sia), con rapa rossa. Se vi è rimasto un languorino, potete rimediare con una cheesecake o con dolci più nazionalpopolari.

// Corso di Porta Ticinese, 53, e online qui.

SANTERIA SOCIAL CLUB

La Santeria a Milano è quasi un’istituzione: un po’ spazio culturale, un po’ co-working, un po’ hub per eventi, concerti e seminari e anche teatro, negozio di dischi, bar e ristorante. Ci sono due sedi: io frequento spesso quella di viale Toscana, semplicemente perché per me è più comoda. Richiama un pubblico di aficionados piuttosto eterogeneo sia per età che estrazione sociale, tra universitari e famiglie giovani.

Il brunch della Santeria ha un ottimo rapporto qualità prezzo, è disponibile sia il sabato che la domenica, e permette di scegliere tra ben 8 diverse proposte, tra cui una vegetariana e una per bambini. Servono tutto insieme, in porzioni di media grandezza, ma garantisco che non uscirete affamati. Solitamente oltre alle uova strapazzate, che sono cremose e condite bene, scelgo la pannocchia al forno o la patata americana con creme fraiche, che difficilmente si trovano a Milano. Per soddisfare la voglia di dolce ci sono pancake, french toast o cheesecake, ma dipende dai periodi, quindi prima di andarci, consultate il sito del locale per sapere esattamente cosa c’è in menu.

// Sono in viale Toscana 31. Qui il loro sito.

MOLESKINE CAFÉ

Siamo in Corso Garibaldi, a pochi passi da Brera e dalla movida di Largo La Foppa. Questo è un quartiere che ultimamente frequento molto, ed è un tripudio di suggestioni gastronomiche: c’è uno dei miei giapponesi tradizionali preferiti, con le cameriere in kimono, c’è il mastro cioccolataio che mi salva sempre quando non so cosa portare all’amico che mi ha invitato a cena, c’è la panetteria dove compro gli sfilatini alle olive quando esco da yoga super affamata (non diciamolo alla mia insegnante perché non sono sicura sia una cosa molto yogica).

E poi c’è il Moleskine cafè, col suo arredo minimalista che rispecchia l’immagine dei mitici taccuini per viaggiatori. L’atmosfera è quella da co-working nord europeo: social table, grandi vetrate, toni neutri, tanti hipster, ma anche tanti stranieri.

La formula brunch “full optional” comprende 6 portate di media grandezza (sceglietela se avete veramente fame, per quanto le porzioni siano simil tapas, per me risulta un po’ impegnativa), quella light solo 4. Si può scegliere tra yogurt con granola, zuppa, pancake, un piatto con uova, dolci del giorno e insalate. Ti portano tutto insieme in un unico vassoio quindi bisogna stare attenti a ottimizzare al meglio gli spazi sul tavolo, e mangiare prima le cose calde.

Anche qui i pancake si avvicinano molto agli originali, sono alti e soffici e il toast con avocado e uova strapazzate è saporito, con un buon pane. Nel brunch sono compresi caffè a volontà e un succo, mentre se volete una spremuta fresca o un centrifugato dovrete pagarlo a parte.

// Corso Garibaldi, 65 + online

 

Autore

Chiara Zaccarelli
Chiara Zaccarelli
Non sono nata a Milano ma ci vivo da più di 20 anni e la sento al 100% “mia”. Mi muovo prevalentemente a piedi, il che mi ha permesso, passo dopo passo, di scoprire luoghi bellissimi e poco conosciuti della mia città. Mi fermo solo quando mi viene fame (e succede spesso), per questo conosco tutti posti in cui mangiare e spesso elargisco consigli ad amici che mi chiedono dove andare a cena. Quando mi resta tempo scrivo di cibo, viaggi e benessere.