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Spoiler: questo articolo non parla di vino, se non in maniera indiretta. Ma come: si può scrivere un articolo su Bordeaux e non parlare di vino? Si, si può, perché il patrimonio gastronomico della regione è interessante quasi quanto quello vinicolo. Del resto, volendo affrontare il discorso enologico, bisognerebbe avere almeno una settimana a disposizione per visitare le sei strade del vino, circondati da vigneti storici, che si dipanano intorno alla città.
Io purtroppo, ho passato a Bordeaux solo un breve weekend, sufficiente però a farmi un’idea delle leccornie del posto: in questo post vi darò quindi consigli su dove mangiare per colazione, pranzo e cena e su come trascorrere un pomeriggio durante un weekend a Bordeaux.

Dove fare colazione a Bordeaux

Quando prenoto un hotel scelgo sempre una formula senza colazione, in modo da poter assaggiare le specialità del luogo. Che senso avrebbe gettarmi su un buffet di uova strapazzate, granola e avocado toast che posso trovare in ogni parte del mondo, quando invece posso assaggiare le specialità del luogo?
E a maggior ragione lo faccio quando mi trovo in Francia, dove baguette fragranti e viennoiserie di tutti i tipi mi aspettano in qualsiasi panetteria per darmi il buongiorno.

A Bordeaux ho scelto di fare la mia petit-déj (così chiamano amichevolmente la prima colazione i francesi) alla panetteria Maison Lamour, che nel 2017 ha vinto il titolo di migliore boulangerie di Francia. Si trova un po’ fuori dai circuiti turistici, a circa 10 minuti a piedi dal centro storico. Inutile dire che la breve camminata affrontata per raggiungerla non ha fatto che acuire la mia fame mattutina.

Ho capito di essere arrivata a destinazione dalla piccola coda ordinata fuori dalla porta della panetteria. Nel giro di cinque minuti avevo già in mano la mia “scrocchierella” chocolatine, che in pratica, è un pain au chocolat. Ma qui, nel sud ovest della Francia, se non volete ricevere sguardi di gallico sdegno, dovete chiamarla chocolatine. Qualunque sia il suo nome, era deliziosa: la chocolatine è caratterizzata da innumerevoli, sottilissimi strati di pasta fragrante fuori e leggermente umida dentro, che racchiudono gocce di cioccolato fondente.

Il panificio Maison Lamour non fa servizio caffetteria e non ha tavoli né sgabelli su cui sedersi, quindi dovrete sbocconcellare la vostra colazione mentre camminate o sedervi sulle panchine lì davanti: non appena affonderete i denti nelle sue burrose creazioni vi dimenticherete di tutto il resto.
Ah, ovviamente ho comprato anche qualche assaggio di pane da portare via. La varietà è enorme e la qualità evidente al primo sguardo: la mollica compatta e alveolata, la crosta dorata e il profumo inebriante. I grani utilizzati sono tutti selezionati, spesso biologici, coltivati nella regione, senza pesticidi, senza aggiunta di glutine o di additivi e lievitati naturalmente.

Dove mangiare pesce a pranzo a Bordeaux

Anche se la prima cosa che balza alla mente, quando si pensa a Bordeaux, sono le campagne rigogliose ricoperte di vigneti, la città è poco distante dal mare e la sua offerta ittica è della massima qualità.
Per rendervene conto non dovete fare altro che fare una tappa al Marché des Capucins: qui trovate specialità locali e non solo, dal pata negra, al foie gras, all’agnello.

Il ruolo da protagonista di questo spettacolo per gli occhi e per la gola va ai plateau di frutti di mare di Chez Jean-Mi. Un colpo di fulmine: lo riconoscete per la gente in coda, per i tavoli ricoperti di coquillage e molluschi di vario genere e per l’aria beata degli avventori, intenti a degustare ostriche e chele di granchio.

Non aspettatevi nulla di troppo formale: il servizio è veloce e senza fronzoli, si mangia tra i banchi del mercato, senza tovaglia e ci si sporca tutti nel tentativo di estrarre anche il più piccolo pezzo di granchio dalla chela (almeno questo è successo a me), ma ci si alza da tavola felici, anche per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Per un plateau di frutti di mare per due persone, con ostriche, boulot (lumache di mare) gamberi, granchio, servito con salsine varie, un cestino di pane e un bicchiere di vino bianco della casa, si spendono circa 30 Euro.

Dove fare un break a metà mattinata a Bordeaux

È ora di una pausa: l’aspettavate da un po’ vero? Certo, perché anche voi non vedevate l’ora di assaggiare la specialità del luogo: il canelé. Il canelé é un dolcetto all’uovo, tipico di Bordeaux e oggi diffuso in tutta la Francia, profumato di vaniglia e rhum. Ha una consistenza paradisiaca, croccante e caramellato fuori e all’interno morbido, quasi elastico, umido e alveolato.

Il canelé è una tra le cose più buone del mondo: potete quindi immaginare il mio entusiasmo quando arrivata a Bordeaux mi sono trovata letteralmente circondata da canelé (che troverete scritto sia con due che con una n, ma pare che la grafia originale sia quella con una n sola). Compratelo in una qualsiasi boulangerie e non resterete delusi. Io li ho assaggiati al mercato, fragranti e casalinghi, ma, se volete concedervi una vera pausa gourmet, sedetevi da Baillardran, e accompagnateli a un tè caldo.

Baillardran è un marchio storico specializzato in questi dolcetti tipici, che riconoscerete subito dall’iconica facciata rossa, e che conta innumerevoli filiali in città: lo si trova ovunque, dalla stazione, al centro storico, all’aeroporto (le confezioni regalo da portare a casa come souvenir sono irresistibili, i canelé arrivano ancora fragranti e si conservano per i 2 o 3 giorni successivi).

Una gita al museo del vino a Bordeaux

Definire museo questo immenso, avveniristico edificio in vetro e alluminio situato sulle rive della Garonna è quasi riduttivo: parliamo de La Cité Du Vin, il più grande museo del vino al mondo.
All’interno de La Cité Du Vin è possibile scoprire tutto lo scibile sul vino e sull’enologia: anche se non siete particolarmente appassionati dell’argomento, non potete perdevi questo viaggio sensoriale alla scoperta della cultura e della storia del vino.

Sono centinaia i percorsi interattivi e tematici che vi permettono di apprendere le nozioni più disparate riguardanti questo prezioso nettare: io ho adorato l’area dedicata ai segreti della degustazione, dove si può mettere alla prova il proprio olfatto tentando di indovinare che cosa si sta annusando.
La Cité Du Vin, un museo che è anche ecosostenibile, si estende su una superficie di oltre 13.000 mq: considerate quindi l’idea di dedicare almeno un pomeriggio alla visita.

Io ho scelto di lasciarlo per l’ultimo giorno e dopo due ore e mezzo sono dovuta scappare a malincuore per andare in aeroporto, ma avrei avuto ancora tantissime cose da fare e vedere. Con il biglietto di ingresso è compresa una degustazione nello spettacolare bar panoramico della struttura, da dove si gode di una bellissima vista su Bordeaux, sul porto e sulle campagne circostanti.

Il museo ospita un ristorante e uno shop in cui potete acquistare vini principalmente del territorio ma anche internazionali, che vi verranno consegnati perfettamente imballati, a prova di stiva dell’aereo.
Questo, ovviamente, se non siete paranoici come me, che già vedevo tutto il contenuto della mia valigia indelebilmente macchiato di Cabernet. Ho quindi rinunciato all’acquisto, rimandando anche questo a quel futuro tour dei vigneti, questa volta rigorosamente in automobile.

Dove cenare nel cuore della città vecchia a Bordeaux

Per la mia unica cena a Bordeaux volevo un ristorantino d’atmosfera, dove assaggiare una cucina del territorio, di ricerca ma non eccessivamente creativa: inoltre, non volevo spendere mezzo stipendio in uno stellato. Dopo accurate ricerche ho scelto Le Chien de Pavlov, un piccolo ristorante nel cuore della città vecchia, il cui nome si ispira al famoso esperimento sociologico sui cani di Pavlov.

Il mix di sapori decisi e l’approccio riescono nell’intento di stimolare tutti sensi, con proposte del territorio, spesso arricchite dall’aggiunta di ingredienti tipici della cucina orientale, come lo yuzu o lo zenzero. La base è stagionale, quindi probabilmente troverete in carta pietanze differenti da quelle che ho scelto io, anche se i grandi classici, come il foie gras, l’anatra, l’agnello e il midollo, servito dentro il suo osso, sono quasi sempre disponibili.

Menzione speciale per i dolci e i gelati fatti in casa: io ho mangiato un delizioso dessert a base di mandarino, declinato in varie forme e consistenze, accompagnato da scaglie di cioccolato fondente. L’ambiente è quello che gli inglesi definirebbero “cozy”: accogliente, formato da due sale comunicanti, con mobili di stili diversi provenienti dai mercatini dell’antiquariato e opere di artisti emergenti alle pareti.

Autore

Chiara Zaccarelli
Chiara Zaccarelli
Non sono nata a Milano ma ci vivo da più di 20 anni e la sento al 100% “mia”. Mi muovo prevalentemente a piedi, il che mi ha permesso, passo dopo passo, di scoprire luoghi bellissimi e poco conosciuti della mia città. Mi fermo solo quando mi viene fame (e succede spesso), per questo conosco tutti posti in cui mangiare e spesso elargisco consigli ad amici che mi chiedono dove andare a cena. Quando mi resta tempo scrivo di cibo, viaggi e benessere.