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Qualche giorno fa sono tornato a Berlino e ho trascorso 48 ore alla scoperta di una Berlino poco turistica: ecco i miei consigli gastronomici e non solo per visitare una Berlino come un local. Devo ringraziare il mio amico Federico che vive in città da 7 anni e che mi ha regalato spunti per visitare zone, must e luoghi insoliti.

Innamorarsi di Berlino: una storia di anni

La mia infatuazione per la capitale tedesca non è stata immediata, anzi. L’ho visitata per la prima volta a marzo del 2006, con dieci gradi sotto zero, tanta neve e come alloggiamento un ostello house boat sulla Sprea; fu la prima volta per me in un ristorante vegano e una cena Da Demir, un’istituzione tra i ristoranti turchi di Kreuzberg.
Ci sono tornato anni dopo in estate, per scoprire una città che era cambiata moltissimo: viva lungo il fiume con le spiagge artificiali, nei Biergarten e nei dehors. In quell’estate abbiamo mangiato tutte le possibili cucine mondiali, con qualche incursione locale, dormendo in uno degli ostelli più belli di sempre, il Michelberger Hotel.

48 ore nella Berlino meno turistica

Sono tornato a Berlino per scoprire cosa vedere e mangiare in estate come un local, guidato dal mio amico Federico: ecco il racconto delle mie 48 ore in città, a partire dalla domenica a pranzo al pomeriggio del martedì successivo.

Prima tappa a Berlino: Neukölln

La prima tappa è Neukölln, a sud: uno dei quartieri più creativi e multietnici della città, a oggi con la maggior percentuale di popolazione di etnia di origine non tedesca, circa il 40%, di cui quasi la metà turchi, curdi o arabi. Equilibrio bilanciato però anche dai tanti giovani creativi che qui sono venuti a vivere perché attratti dagli affitti più bassi della metropoli, ma rimanendo vicini al centro, e dalla vita culturale e artistica tra le più vive della città.

Nel weekend due sono i punti del quartiere che attirano le famiglie, ma anche i giovani e i giovanissimi: il Körner Park, un piccolo parco neobarocco molto curato, quasi un angolo surreale con la sua cascata monumentale e le balconate nel multietnico Neukölln, e il KINDL – Center for Contemporary Art, un ex birrificio in mattoni scuri che conserva al suo interno ancora gli enormi alambicchi in rame per la fermentazione della birra. Qui trovate installazioni, spettacoli, mostre, un caffè interno e un grande biergarten con alberi, panche e lucine nel periodo estivo.

Qui a Neukölln vi consiglio di provare TISK, diventato in fretta molto popolare in città per la sua cucina creativa a base di prodotti a filiera corta e stagionali, serviti in un bellissimo contesto simil asiatico, con drappi di lino che sventolano al di sopra del bancone curvilineo e le piastrelle verde bottiglia.
La domenica a pranzo – negli altri giorni è aperto solo a cena – è possibile scegliere fra alcuni piatti da brunch: bowl con yogurt, granola e frutta fresca, uova con il bacon, french toast o i celebri currywurst con le patate. Potete, in alternativa, fare un vero pranzo (della domenica) con piatti alla carta o il menu a 3 portate (più il benvenuto dello chef) a 39 euro.

È l’occasione per assaggiare una cucina mediterranea e fragrante, con richiami gentili ai sapori tedeschi, tutto in un contesto informale ma con servizio attento e competente.

Seconda tappa a Berlino: dalla Sprea a Friedrichsain

Il pomeriggio della domenica è all’insegna del relax. Con una passeggiata di circa venti minuti a piedi, o dieci minuti di bus, raggiungete il parco di Al-Treptow sulla Sprea: qui troverete gli iconici Molecule man, l’Arena Berlin e la piscina Badeschiff sulla Sprea.

La zona di Alt-Treptow è dominata dalla scultura di alluminio, alta 30 metri e del peso di 45 tonnellate, dei Molecule Man inaugurata nel 1999, esattamente dieci anni dopo la caduta del muro, nel punto in cui, dopo la caduta del Muro, si ricongiunsero la parte est e la parte ovest di Berlino: per la precisione nel punto esatto di intersezione dei tre quartieri di Treptow, Kreuzberg and Friedrichshain, rappresentando anche il contatto tra il mondo della finanza – i grattacieli di Treptow costruiti alla fine degli anni ’90 – con la natura berlinese della Sprea.

Poco oltre i Molecule Man, il luogo cardine dell’estate berlinese lungo la Sprea: l’Arena Berlin. Non poteva avere un recupero migliore questo enorme spazio di 7000 m2, edificato originariamente nel 1927 come capannone per autobus dell’azienda dei trasporti di Berlino e durante il nazionalsocialismo utilizzato come deposito di armi: spiaggia con sabbia fine, sdraio, la piscina sospesa sul fiume (che diventa una sauna coperta in inverno), un biergarten con il craft market (la domenica) e un enorme magazzino con mobili, oggetti, biciclette e vestiti usati. Senza contare i concerti, i festival di musica progressive e prog-rock, come il Podeurope, i party di musica reggae (Yaam) organizzati qui.

Altra opzione per il pomeriggio domenicale è il mercatino delle pulci di Boxhagener Platz nel cuore di Friedrichsain: raggiungibile a piedi, con la metro (U-Bahn) o gli S-Train in poco meno di mezz’ora da Alt-Treptow, è uno dei più vivaci e autentici della città, dove trovare anche cimeli della DDR, pregni di quella ostalgie, la nostalgia per lo stile e l’immaginario della Berlino Est, ancora molto viva, non solo a Friedrichsain, quartiere che si spartisce con Neukölln, la fama di quartiere punk e alternativo con botteghe indipendenti e vintage, palazzi trasformati in opere di street art, ristoranti e pub informali.

Il migliore gelato in zona è da Marille & Vanille: ogni pallina di gelato (Kugel Eis) costa 1,40/1,60€ e i gusti da provare sono il limone nero (fermentato) con carbone attivo, dal sapore agro e affumicato insieme, l’albicocca con la lavanda, estivo e profumato, e fragola con mascarpone o lamponi con latticello (buttermilch) per unire freschezza e cremosità.

Terza tappa a Berlino: cena stellata al vegetariano Cream & Cookies a Mitte

Un’esperienza gastronomica fuori dalle righe è quella che offre il Cookies & Cream, una stella Michelin per cucina esclusivamente vegetariana; la posizione è centralissima, a due passi dalla porta di Brandeburgo, ma trovarlo non sarà facile perché per accedervi occorre entrare da una sorta di magazzino nascosto tra il “Westin Grand Hotel” e la Komische Oper. Come indicazioni, solo una piccola insegna e un tavolino di servizio fuori.

Un ex-cinema culturale francese, che una volta dentro, crea altro stupore: il piano terra che fa da hall e cocktail-bar è un mix tra un fumoir belle-époque e un locale newyorchese, mentre al piano di sopra ritorna lo stile post-industriale con cucina a vista e camerieri e maître di sala che hanno fatto dell’informalità uno dei loro caratteri più distintivi (la cameriera che si occupava del mio tavolo aveva shorts e maglietta).

Tre menu a 59/69/79 € con rispettivamente 3, 4 e 5 portate più possibili abbinamenti con vini ai singoli piatti o a tutto il pasto: tutto qui è giocato sull’umami, ovvero il cosiddetto quinto gusto molto presente nelle cucine del Sol Levante e del Sud-est Asiatico e traducibile come “gusto gradevole e sapido”.

Il mio antipasto era costituito da due gusci di uova dipinti di nero e oro e ripieni di tuorlo d’uovo in due consistenze, morbido a bassa temperatura e sodo a julienne, con patate, burro nocciole e un incredibile caviale preparato con alga nori, che aveva tutto il sapido del (vero) caviale contrastato dalla dolcezza dell’uovo e delle patate.

Tra l’antipasto e il piatto principale mi hanno offerto una scodella di brodo di “essenza d’asparago”, ovvero del brodo di miso che conservava il sapore degli asparagi cotti all’interno: dolcezza e intensità di sapori; non pensavo che un brodo potesse evocare tanto. Il piatto principale, stupendo nella composizione e perfetto nei sapori e nella consistenza, era un cubo di melanzane fritte e poi (ri)cotte in forno con una spolverata di cipolla bruciata su crema di edamame e levistico e pezzi di papadam a fornire anche croccantezza al piatto.

Il dolce, una ganache al cioccolato fondente con crema di cocco e coulis al frutto della passione, buono, ma non il piatto più riuscito. Poco prima del dolce, però, il pezzo forte della cena e quello che ha ispirato il logo con le due labbra: il cameriere imprime di fronte al commensale un grande timbro con il menu dei caffè, vini da meditazione e superalcolici sulla tovaglia bianca con una resa molto simile al segno lasciato dal rossetto rosso sul tovagliolo. Un ricordo impresso anche nella mia mente fatto di sapori intensi, colori vivi e preziosa informalità.

Quarta tappa a Berlino: colazioni portoghesi a Prenzlauer Berg

Il mio pernottamento, tramite AirBnb, è ricaduto casualmente su Prenzlauer Berg, l’ex borgo operaio della DDR, oggi uno dei quartieri più di tendenza di Berlino con un’altissima concentrazione di negozi e locali per famiglie e parchi giochi, ospitando soprattutto giovani professionisti e famiglie: la colazione qui si fa in panetteria, una panetteria portoghese.

Due infatti delle panetterie/caffetterie più amate in zona, Bekarei e Unser Cafè́, hanno infatti tra i loro dolci di punta la gloria nazionale lusitana, ovvero i pasteis de nata: guscio croccante di pasta fillo e ripieno di crema pasticceria profumata di vaniglia e cannella. Entrambi i locali meritano la visita ed è veramente difficile scegliere quale sforni i pasteis migliori: solo differente l’assortimento degli altri prodotti di panificazione.

Da Unser Cafè si trovano oltre ai pasteis, anche con farcitura alle noci o al cocco, i bolo de arroz, sorta di sigari simili ai muffin ma più stretti e lunghi anche al cioccolato, oltre a croissant al cioccolato e alla cannella, panini pronti e tanti tipi di pane.

Da Bekarei, aperto qualche anno fa dalla coppia George & Paula Gouveia e diventato presto una delle panetterie/pasticcerie/caffetterie più amate della città, ci sono anche specialità tipiche greche, delle quali io ho assaggiato la bougatsa: girella croccante di pasta fillo ripiena di semolino simile, nel sapore e nella consistenza, alla farcitura delle sfogliatelle napoletane. Il caffè espresso, in entrambi i locali, è forte e intenso come nella migliore tradizione italiana e portoghese.

Quinta tappa a Berlino: il Giardino Botanico

Il Botanischer Garten, a sud ovest della città, con le sue 22.000 specie di piante è uno dei più importanti giardini botanici a livello mondiale: vi trovate l’arboreto, simile ad un parco, con raccolta di rose, felci e di boschetti in cui fare lunghe passeggiate. Soprattutto, ci sono quindici serre da esposizione, tra cui la grande serra tropicale coperta, costruita nel 1907, che con i suoi 25 metri di altezza e una superficie di 1.700 metri quadri, è una delle serre più grandi del mondo e rappresenta un esempio notevole dell’architettura in vetro e acciaio del XIX secolo: dentro, suddivise in varie aree, 1.500 varietà di piante provenienti da tutto il mondo. All’interno anche un museo, l’unico interamente botanico in tutta Europa, e un grande giardino di 3.000 metri quadri creato per i non vedenti e disabili con percorsi tattili e olfattivi.

Sesta tappa a Berlino: pranzo a Mitte come in un deli d’oltreoceano

Un pranzo nel cuore di Mitte che strizza l’occhio a New York: da Mogg, al piano terra di un palazzo anni ’30, con mattoni bordeaux all’esterno e splendide piastrelle a mosaico verde smeraldo all’interno, vi sembrerà di essere dall’altra parte dell’oceano con le specialità tipiche da deli americano e commistioni con la cucina ebraica. E se mangiando il loro pastrami on rye (pane di segale con cumino), senape, pickles e coleslaw, non avrete la stessa reazione orgasmica di Meg Ryan da Katz’s Deli del film di Harry ti presento Sally vi assicuro che il godimento sarà molto, ma molto alto, soprattutto per il pastrami (di loro produzione) abbondante, morbido e succoso.

Lasciatevi un posticino per la loro cheesecake: alta e cremosa, da assaporare con un lungo caffè americano.

Settima tappa a Berlino: Schöneberg tra presente e passato

Il quartiere di Schöneberg è la Bushwick berlinese. Qui infatti c’è la maggior concentrazione di murales e graffiti che occupano intere facciate dei palazzi e nel 2016 è stato creato un museo, lo Urban Nation – Museum for Urban Contemporary Art che molti dei progetti di street art del quartiere li raccoglie e li racconta, anche in termini di significati, contenuti e tecniche di esecuzione.

Il museo è immediatamente visibile dall’uscita della U-bahn su Bülowstraße con la sua facciata che si rinnova periodicamente con le creazioni di nuovi artisti; tante sono le opere anche in giro per il quartiere e lo Urban Nation saprà indicarvi dei percorsi ad hoc per visitare le più significative.

Schöneberg è anche il Café Einstein: pareti rosse, legni scuri ma soprattutto un meraviglioso giardino interno – reso famoso dal film ‘Bastardi senza gloria’ qui ambientato – con tavolini in marmo bianco, poltroncine in paglia di Vienna e un’atmosfera mitteleuropea d’antan; io ci ho mangiato una delicata e golosa torta multistrato con fragole fresche e crema di panna allo yogurt e fiori di sambuco e un succo di rabarbaro dolce e aspro insieme. In realtà la gente qui ci viene soprattutto per la colazione, tipica tedesca salata e dolce con salumi, formaggi, uova e frutta, che sembra leggendaria e particolarmente ricca, ma anche la mia torta, a dispetto dei suoi 5 cm di altezza, leggera e con frutta e farciture freschissime.

Ottava tappa a Berlino: shopping e cena mediterranea a Charlottenburg

Due sono i luoghi dello shopping che vi consiglio a Charlottenburg: il primo è una bottega di fiori e profumi aperta dal 1926 quando Harry Lehmann i profumi li selezionava, vendendoli insieme ai fiori freschi. Oggi i fiori sono solo più in stoffa, ma l’assortimento di eau de toilette e de parfum è ancora molto ampio: dalle essenze singole a mix di loro creazione sono più di cinquanta. Io ne ho provati oltre venti e ho acquistato 4 boccette da 10 ml – perfette anche per chi come me vola solo con bagaglio a mano – tra cui Acazie (acacia) e Lindenblute (i fiori dei tigli) che qui a Berlino da Unter den Linden (Sotto i tigli) in poi sono una costante: insieme all’Eau de Berlin un bellissimo ricordo olfattivo della città.

La seconda tappa è il Bikini, un centro commerciale costruito proprio accanto al giardino Zoologico, reso famoso da Christiane F. e i suoi ragazzi negli anni ’80, dove trovare molti brand locali come l’irriverente moda neo-alpina Blutsgeschwister, i jeans Closed e gli occhiali Mykita. Di fronte trovate uno degli altri simboli di Berlino, la Gedächtniskirche chiamata dai Berlinesi der hohle Zahn (il dente cavo) dal momento che ne rimangono solo più le rovine dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e poco oltre l’hotel 25 Hours Bikini costruito negli anni’50.

Al nono piano dell’hotel, quindi con una vista incredibile sulla chiesa e sul giardino zoologico, un bar perfetto per l’aperitivo, il Monkey Bar, oppure Neni, una catena di ristoranti israeliani che propone un’ottima cucina mediorientale e mediterranea rivisitata: se amate il sabich, il sandwich pita tipico di Tel Aviv ripieno di melanzane fritte, patate lesse, uova sode, tahina e salsa piccante, i falafel, l’hummus – classico o con barbabietola rossa/curry-mango – o il babaganoush, a base di melanzane con melograno, degustati al tramonto con una delle viste più incredibili della città allora anche voi vi innamorerete di Neni (che per la cronaca sono le iniziali di Nuriel, Elior, Nadiv and Ilan Molcho, i membri della famiglia che NENI l’ha ideato e creato).

Nona tappa a Berlino: colazione e la città dall’alto a Mitte

Da Weilands Wellfood, sui suoi lunghi tavoloni in legno grezzo, l’ultima colazione a Berlino con un power porridge a base di quinoa, uva, fragola, banana e granola o con mele (cotte), noci, cannella e sciroppo d’acero per affrontare Berlino dall’alto. Se siete riusciti a prenotarla è il momento della visita alla cupola vetrata del Reichstag, se – come nel mio caso e come spesso capita nel periodo estivo – non avete più trovato posto ripiegate sulla Kollhoff Tower: l’ascensore più veloce d’Europa vi porterà al 24° piano in meno di 20 secondi. L’attrazione di per sé è un po’ turistica, ma vi permetterà di avere una visione chiara delle stratificazioni urbane di Berlino, dei suoi quartieri, delle architetture contemporanee, molte ancora in costruzione.

Una passeggiata nel Tiergarten, il parco più grande di Berlino con canali e percorsi interni, o la visita alla Deutsche Kinemathek, che offre una panoramica interessante della storia della televisione e del cinema tedeschi, sono delle ottime idee se avete del tempo a disposizione.

Decima tappa a Berlino: il miglior kebap di Berlino a Kreuzberg

Direzione aeroporto, ma prima un pranzo al volo da Mustafa’s Gemüse Kebap: per tutti i Berlinesi il miglior kepab della città, tra i primi aperti dai primi immigrati turchi a Kreuzberg. Vale la pena fare l’immancabile coda, almeno dieci minuti all’apertura alle 11:00 ma alla sera e notte fino a un’ora, per assaporarne la carne morbida e succosa, verdure e salse freschissime, una spruzzata di limone e la feta sbriciolata sopra a suggello di uno dei migliori Kepab di sempre.

Tschau, Berlin!
Mantieniti ribelle, anticonvenzionale, intensa e noi non smetteremo mai di amarti.

A Berlino per la prima volta

Se è la vostra prima volta a Berlino, ecco gli imperdibili che vi consiglio:

  • La cupola vetrata del nuovo Reichstag, a cui occorre prenotarsi on line con almeno un mese di anticipo
  • Una passeggiata sul viale Unter den Linden (Sotto i Tigli) respirando il profumo dolce e estivo dei tigli in direzione della Porta di Brandeburgo, vero simbolo della città
  • L’East Side Gallery, ovvero il tratto più lungo ancora esistente del Muro con gli iconici murales, come il bacio tra Brežnev e Honecker o la Trabant che sfonda il muro, realizzati negli anni 90
  • Il Museo ebraico progettato da Liebeskind;
  • Il Memoriale dell’olocausto con oltre 2000 steli/parallelepipedi in calcestruzzo grigio e il suo ricchissimo Centro Informazioni

Autore

Giorgio Pugnetti
Giorgio Pugnetti
Si mangia per vivere, ma soprattutto si vive per mangiare. Per leggere, andare al cinema, raccontare, viaggiare. Adoro il rosa, i gnocchi, i dolci alla ricotta e andare in almeno una di queste cinque mete – Sicilia, Giappone, Londra, Napoli, NYC – una volta l'anno.