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Siena è entrata e uscita dalla mia vita innumerevoli volte.

Quando ero piccola era la meta delle uscite domenicali con i miei genitori, specialmente in inverno: una passeggiata lungo il corso, circondati dalle persone più eleganti che avessi mai visto, le caldarroste all’angolo di Piazza della Posta, per scaldarmi le mani guardando le vetrine luccicanti. A Siena abitavano gli amici dei miei genitori, quelli che ogni volta che venivano a trovarci ci portavano un vassoio di paste mignon prese al Bar Nocino.

Siena è la città dove ho studiato. Ero una pendolare che ogni giorno arrivava in autobus. Lo spettacolo della silhouette del Duomo e della chiesa di San Domenico mi accoglievano ogni mattina, prima di scendere dall’autobus per correre trafelata a lezione. In quegli anni Siena era il ciaccino del Poppi con formaggio e prosciutto a merenda, le frittelle del Savelli in Piazza del Campo per festeggiare un esame andato bene, il caffè a Porta Romana prima di lezione.

Finita l’università, per alcuni anni con Siena c’è stato un rapporto travagliato: da una parte cercavo in tutti i modi di entrarci, di trovare un lavoro che mi portasse ogni giorno tra i suoi palazzi medioevali, di abbracciarla e sentirla mia, dall’altra ero attratta dalla sirena di Firenze, alla quale finalmente capitolai una volta che lì trovai l’amore.
Paradossalmente è stato proprio questo amore fiorentino, Tommaso, che mi ha fatto riscoprire Siena negli ultimi anni.

Da quanto si è trasferito qui, nella campagna della Val d’Elsa, Tommaso è stato prima incuriosito dalla novità che Siena rappresentava ai suoi occhi di cittadino, e poi si è decisamente convertito al suo fascino medioevale, arrivando a preferirla alla culla del Rinascimento, Firenze.
Questa conversione che tanto ricorda le lotte campanilistiche tra guelfi e ghibellini, ci ha fatto riscoprire una città da sempre votata alla tradizione, che ha saputo reinventarsi dopo la crisi degli ultimi anni. Dimenticatevi bar hipster e locali instagrammabili in fino stile shabby chic, qui resistono ancora ristoranti scavati in grotte medioevali, forni che scandiscono il ritmo dell’anno con l’avvicendarsi dei dolci della tradizione e un mercato natalizio in Piazza del Campo che con la sua atmosfera ti riporta indietro di diversi secoli.

A Siena continuerò a sentirmi a casa, è l’unica città dove riesco a non perdermi e in cui giro senza una mappa in mano. I miei punti di riferimento, come sbagliarsi, sono forni, bar e pasticcerie.

1. Colazione al Caffè Fiorella

Il Caffè Fiorella, una Torrefazione, in Via di Città, serve uno dei migliori caffè di Siena. Oltre al caffè qui si fa volentieri colazione con i loro cornetti italiani con diversi ripieni, quello con la crema nell’impasto è imbattibile, ciambelle e budini di riso se avete una propensione per il dolce, oppure sandwich delicati e panini al latte con salmone e burro, pasta d’acciughe e burro e il più tradizionale prosciutto crudo e cotto. Qui potete anche acquistare caffè in grani o macinato per portare a casa l’aroma tostato della colazione a Siena.
// Via di Città, 13 Siena

2. Un pranzo al volo da Te ke voi, in Vicolo San Pietro 4, a pochi passi da Piazza del Campo.

Un posto piccolo con pochi tavoli: alcuni si affacciano sulla Piazza, altri sono direttamente nel vicolo, in un piccolo dehor da cui osservare il via vai della gente. Hamburger fatti con carne di chianina locale, formaggi del circondario, pane fragrante, vere patatine fritte, taglieri di formaggi e affettati, pasta fritta e pizza. Qui i prodotti locali incontrano la filosofia del take-away.
// Vicolo San Pietro, 4 Siena

3. Shopping gastronomico al Consorzio Agrario, in Via Giuseppe Pianigiani 9.

Sembra un piccolo supermercato, ma è il posto giusto dove andare a comprare la maggior parte dei prodotti locali, dal pane al vino, olio, pasta, biscotti, farina, legumi, salumi, carne fresca e altri ingredienti tipici.
È il posto giusto per comprare anche uno spicchio di pizza, quella del Menchetti di San Giovanni Valdarno, un po’ di pane fresco, o un gelato in estate.
// Via Giuseppe Pianigiani, 9 Siena

4. Aperitivo da Gino Cacino, in Piazza del Mercato 31.

Amerete moltissimo questo negozio di gastronomia dove ci si può sedere sugli sgabelli e gustare taglieri enormi, carichi di formaggi, affettati, creme spalmabili e bocconcini fatti con gli ingredienti più ricercati. I formaggi provengono per lo più dalla Toscana, con alcuni incredibili formaggi blu dalla Francia e dall’Inghilterra, le composte di frutta e le creme sono tutte fatte in casa, gli abbinamenti fantasiosi, coraggiosi e impeccabili. La loro lunga lista di panini può soddisfare anche i buongustai più curiosi. Di solito chiude alle 20.00: per questo è il posto perfetto per un aperitivo, anche se dubito che sarete in grado di sedervi a tavola per una cena dopo uno dei taglieri di Angelo.
// Piazza del Mercato 31, Siena

5. Cena a La sosta di Violante, in Via Pantaneto 115.

Probabilmente uno dei miei ristoranti preferiti a Siena. Qui potete assaggiare la cucina tradizionale toscana: mai noiosa, mai ovvia, con ottimi ingredienti e una buona dose di comfort e tradizione. Se dovessi scegliere un unico piatto da mangiare ogni volta che vado lì, sceglierei senza esitazione i loro pici fatti con ragù di capocollo, robusti, sazianti, ti rendono immediatamente felice.
// Via Pantaneto, 115 Siena

 

Autore

Giulia Scarpaleggia e Tommaso Galli
Giulia Scarpaleggia e Tommaso Galli
Siamo nati e cresciuti in Toscana, Tommaso vicino a Firenze e Giulia nella campagna del Senese, ma entrambi adesso chiamiamo casa un angolo di mondo nelle colline della Val d’Elsa.
Giulia, food writer e food photographer, ama tutto quello che ruota attorno al cibo: prodotti, ricordi e racconti. Tommaso, l’assaggiatore ufficiale, si occupa di fotografia, video e social media. Ci trovi on line su www.julskitchen.com