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Sette anni di vita a Barcellona mi hanno insegnato una cosa: l’offerta gastronomica della Ciutat Condal non smetterà mai di stupirmi.
Certi bar di tapas, in particolare, in barba alle mode hipster del momento, continuano a sfornare le tapas de toda la vida che dovrebbero far parte dell’esperienza gastronomica di chiunque visiti Barcellona per la prima volta.

I barcellonesi, pur facendo scorpacciate di modernismo, innovazione e creatività (anche in cucina!), sono degli amanti della tradizione, quando si parla di tapas. E chi sono io per contraddirli?
Nonostante la mia più che consolidata residenza in città, continuo a muovermi nello scenario del tapeo barcellonese come una turista gastronomica che gioca in casa al motto di “facciamoci due tapas e un vermut”. In questi anni ho provato decine di locali di tapas, mossa dalla volontà di rispettare la tradizione, condividere il cibo con gli amici (è questo lo scopo del tapeo!), sorseggiare un vermut e leccarmi le dita a fine pasto.

Ecco allora una personalissima lista di cinque fra i migliori bar di tapas di Barcellona

Li ho scelti non solo per la qualità dei piatti in menu, ma anche per la loro atmosfera originale: si tratta di bar che non cercano di attirare i turisti, spesso sono nascosti nell’angolo di una piazzetta e sono ancora meta privilegiata dei local.

1. L’Esquinica, dove tutte le tapas finiscono in -ica

Nou Barris è un quartiere di Barcellona in cui difficilmente metterete piede se venite qui in viaggio di piacere. Non è una zona costellata di attrazioni turistiche: Nou Barris è un barrio residenziale ma che nasconde alcune perle gastronomiche molto amate dai locali.

Una di loro è L’Esquinica, un bar di tapas tra i più classici della città (e i loro 47 anni di apertura la dicono lunga a riguardo).
Ho sentito persone definirla come “la mecca delle tapas”, e per quanto l’epiteto possa suonare altisonante, il loro menu rende omaggio alla regina tapa: ci trovate 50 proposte diverse capaci di alimentare i sogni più proibiti. Prendetevela comoda e accettate il fatto di dover tornare più volte per poter provare tutto. Fra i piatti offerti, tanti sono cucinati con ingredienti del giorno e li potete ammirare in esposizione nel banco frigo.

La curiosità di questo locale sta nell’ambientazione in stile aragonese, richiamato anche dai nomi dei piatti.
Nella regione di Aragona, le tapas si chiamano con affetto “tapicas”. I proprietari dell’Esquinica hanno quindi giocato con il nome classico delle tapas utilizzando un vezzeggiativo in -ica. Le patatas bravas diventano pataticas bravicas, i calamari alla romana sono calamares a la romanica, e così via. Un giochino simpatico, se non fosse che a volte riconoscere i nomi dei piatti diventa quasi un rompicapo.
Ma io li perdono, perché il personale dell’Esquinica è fra i più simpatici che abbia mai incontrato in questi anni di esplorazione fra i bar da tapeo.

Le tapas da non perdere all’Esquinica? Patatas bravas, chipirones (moscardini fritti) e il lacón gallego (il prosciutto fatto con le zampe anteriori del maiale) sono il trio perfetto per iniziare.
Chiudete con la loro crema catalana fatta in casa e andrete via felici.

  • La Esquinica
    Passeig de Fabra i Puig, 296
    +34 933 58 25 19

2. Bar Bodega L’Electricitat, la casa del vermut artigianale

Questo bar di tapas è un po’ la mia copertina di Linus barcellonese. Per tre anni ho vissuto a due passi da qui, in un classico mini-appartamento della Barceloneta, il barrio di pescatori di Barcellona. Ho scoperto il Bar Electricitat durante l’inverno, quando la pressione turistica sulla Barceloneta si allenta e rimangono solo i residenti.

Qui ho trovato la tortilla de patatas della vita e il vermut servito direttamente dalla botte: entrambe le cose mi hanno sempre reso molto felice.

L’atmosfera è quella tipica del barrio: durante la settimana troverete soprattutto clienti abituali che sorseggiano un bicchierino in piedi al bancone e magari vi rivolgeranno un cenno di saluto, se sono di buon umore. Voi accomodatevi a uno dei tavoli di marmo e iniziate a guardarvi intorno. Nel fine settimana, invece, potreste dover aspettare il vostro turno: il locale è piccolo e i barcellonesi amano troppo la combinazione vermut e Barceloneta.

Date un’occhiata al menu sulla lavagna appeso alla parete per farvi una prima idea dell’offerta. Per me sono imperdibili la già menzionata tortilla di patate e cipolle e i buñoles de bacalao (polpette di baccalà fritte) che pare riescano a convertire anche chi non ama mangiare il pesce. Accompagnate il tutto con l’immancabile pan amb tomaca (pane e pomodoro) e il primo giro di tapas è andato.

Se avete dubbi sul bere, con il vermut – preparato artigianalmente dai proprietari – non si sbaglia. Non spaventatevi se vi verrà servito direttamente in una bottiglia da mezzo litro invece che nel canonico bicchierino: non siete obbligati a berlo tutto, pagherete solo quello che consumate. Ma se siete in compagnia, sono sicura che non avrete difficoltà a terminarlo.

Nel caso in cui doveste innamorarvi di questo vermut, potete anche portarvelo a casa: un’opzione molto gettonata tra i clienti è quella di arrivare al bar con la propria bottiglia di vetro e usufruire di un comodo take away a prezzo ragionevole.

3. La Bitácora, la cucina casalinga con tocco hip

Questo bar ristorante di tapas del Poblenou è lo spin-off del popolare bar omonimo della Barceloneta. Lo preferisco al fratello vicino al mare perché qui ci si può sedere nella tranquilla piazzetta Ramon Turro e chiacchierare con calma.
Nel corso degli anni, grazie anche all’influenza del distretto tecnologico @22, il Poblenou si è trasformato da barrio operaio a zona ad alte vibrazioni hipster della città.

La Bitácora vi fa sentire bene perché mantiene uno stile classico, da bar dove incontrare gli amici per il vermut domenicale, ma ha un menu più frizzante e meno scontato. Ci trovate proposte di primi e secondi del giorno mai noiosi come gli stufati, la pancetta in salsa barbecue, la steak tartare di filetto o la yucca con chutney di frutti rossi.

Con le tapas invece si va sul classico, a volte reinterpretato ma sempre servito in composizioni colorate e abbondanti.

Le loro patatas bravas meritano un applauso, ma io stravedo anche per gli asparagi in tempura, i loro gamberi saltati con aglio e prezzemolo e i pimientos del padró (i mini peperoni verdi fritti di origine galiziana).

4. La Bodega d’en Rafael

Nel barrio di Sant Antoni, a pochi passi dal Mercato rionale in stile modernista, la Bodega d’en Rafael è uno di quei posti in cui il bon ton si lascia alla porta e c’è spazio solo per la vostra fame e la voglia di fritto.

Rafael è originario di Lleida, una cittadina della Catalogna occidentale, e negli anni ‘60 rilevò questo bar che di suo non aveva niente di speciale. I tavolini in marmo, le sedie di legno tornito, il banco frigo con le tapas in esposizione, il retrobanco in metallo dove poggiano la macchinetta del caffè e la pierna de jamón (il prosciutto) da affettare.
L’aria che si respira qui è pura catalanità caciarona e allegra, soprattutto quando arrivano i suonatori di rumba catalana a invadere il già risicato spazio vitale. Sfidate la timidezza, sgomitate e procuratevi un posto: per le tapas di Rafael ne vale la pena.

Prendiamo ad esempio le sue croquetas de cocido: letteralmente, cocido sta per i resti del pasto precedente; nella pratica queste crocchette sono quasi sempre ripiene di besciamella e carne tritata o prosciutto. L’impanatura è croccante, il ripieno morbido e succoso, e potrei mangiarne all’infinito.
Stesso effetto fanno la morcilla, il sanguinaccio tipico della penisola iberica, il piatto di pescetti fritti o quello di seppie alla piastra.

Probabilmente non riuscirete a sentire bene quello che dicono i vostri commensali, ma volete mettere la gioia della convivialità e il momento in cui, addentando la bomba ripiena di riso e carne, tutti i pensieri negativi si scioglieranno e potranno aspettare a domani? Appunto.

5. La Masía, il Bar Sport delle tapas

Questo locale ha l’aria del Bar Sport di provincia, ma siamo nel Raval: le bandiere del Barça troneggiano alle pareti così come il grande televisore che la domenica o il mercoledì raduna i tifosi di fronte alle partite della squadra cittadina.

La famiglia Pijoan ha aperto questo bar più di sessant’anni fa e l’atmosfera famigliare è forse il dettaglio che mi ha conquistata.
Non ricordo cosa mi ha spinto ad entrarci la prima volta; forse è stata proprio la luce giallina che ricorda i bar di paese o i tavolini retrò di legno vecchio che sanno tanto di taverna alla buona. Di sicuro il vinello della casa e i modi rudemente affabili del personale mi hanno consolata nel primo periodo della mia vita da sola a Barcellona.

Per chi ama i classici, la combo di tapas perfetta da provare alla Masía è fatta di pan con tomate, patatas bravas e pimientos del padró.

Se invece avete molta fame tuffatevi sull’offerta di tapas assortite. Con 15 euro potete imbastire un’onesta cena per due a base di tortilla di patate, spiedini di carne o verdure, melanzane grigliate alla menta o anelli di calamari fritti.
Vale la pena dare anche un’occhiata ai piatti del giorno: le polpette di carne al sugo sono un richiamo proustiano ai pranzi a casa di nonna, mentre la butifarra (salsiccia fresca) con contorno di fagioli bianchi è un’esperienza 100% catalana.

Dimenticate gli impiattamenti eleganti; qui è tutto un brulicare di piatti sbeccati e ciotole di terracotta. Accompagnate le portate con una caña (birra alla spina), un vermut della casa di tutto rispetto o un vinello leggero spillato direttamente dalla botte.
Io chiuderei anche con la loro crema catalana fatta in casa, che merita sempre.

Autore

Alice Orrù
Alice Orrù
Sono Alice, trent'anni e qualcosa, sarda girovaga. Dopo aver peregrinato fra Cagliari, Siena, Strasburgo e Milano, dal 2012 vivo a Barcellona, città che vivo ancora con lo spirito della turista gastronomica. Scrivo per lavoro e per amore. Spendo gran parte delle mie entrate in viaggi, libri e cibo etnico.