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Aprile 2021: ci hanno tolto la primavera, almeno teniamoci il gelato.
Se siamo a Roma, poi, cosa c’è di più magico di mangiare un gelato o una grattachecca e godersi le strade di Roma?
Questi sono gli indirizzi che consiglio sempre agli amici in visita qui, ed eccoli anche per voi.
Ps. La foto in apertura arriva dalla pagina Facebook di Fior Di Luna.

Prima di tutto: di grattachecca e cremolato

Avete imparato a distinguere tra brioche e cornetto? È giunto il turno di imparare che a Roma non si vive di granita. Quando vedrete qualcuno limare il ghiaccio per voi ed offrirvi un cucchiaino, sarete di fronte a una grattachecca.
Il più antico chiosco de Roma è Alla Fonte d’Oro (Lungotevere Raffaello Sanzio). Qui è nato il gusto Lemoncocco e qui è stata posta per la prima volta l’amarena ed il limone. Tranquilli, anche al chiosco Sora Mirella all’entrata dell’Isola Tiberina ne sanno di grattachecca.
Ma poi potreste trovare in qualche gelateria la scritta cremolato e non capirci nulla. Calma e sangue freddo. Non è un gelato, ma neppure una grattachecca, tanto meno una crema. A La casa del cremolato (Via di Priscilla, 18) raccontano che tutto nasca da un errore del loro Umberto De Angelis nel 1966. Il procedimento sembra essere top secret, quel che certo è che si cominci con della frutta a pezzettoni e del freddo. Gusti consigliati? Lampone, castagna o mandorla.
A Roma il caldo fa “schiumare”, ma grattachecca e cremolato possono calmare gli animi.

Dove mangiare un ottimo gelato a Roma: gli indirizzi

FataMorgana

FataMorgana arriva da Monti e sta invadendo molti rioni. Dal 2018 la trovate in zona Campo dei Fiori. Lo dico per quelli che durante una giornata da turisti sentono il bisogno di fermarsi per un rapido ristoro.
Maria Agnese Spagnuolo si è fatta avanti a suon di ingredienti naturali e gusti al di fuori della routine. Senza conservanti e senza additivi suona bene, ma ancora più attraente è un cono al bacio del Principe (il Piccolo Principe) che mischia nocciola e gianduia. C’è pure il gusto cheesecake.

Fior di Luna

Solo ingredienti locali, latte biologico e niente fragole d’inverno: ecco svelata la deontologia di Fior di Luna. A corollario di questo, qui trovate il gelato al gianduia, non alla Nutella, ed è strepitoso. Non male il Duetto, dove il pistacchio si unisce alla nocciola. Pure la crema catalana è ottima. Ma mi fermo, non so in che stagione vi trovate.
Sedi latte, d’asina e non, non volete sentir parlare, puntare sul sorbetto.
Questa gelateria artigianale si trova in una delle vie più frequentate dai turisti, a metà strada tra la Basilica di Santa Maria in Trastevere e la fermata del tram 8.

Gelateria dei Gracchi

Non è uno dei nomi sconosciuti della gelateria romana. Assolutamente no. Frequento la sede storica, in via dei Gracchi, la domenica pomeriggio e difficilmente la trovo vuota. Se c’è la fila, sfruttatela per riflettere e scegliere, tra zabaione o fondente al rum. Confermo che potreste trovare un gelato al pistacchio (con meringa o senza) che fa per voi. Chiaramente è pistacchio di Bronte, sebbene l’idea di questa gelateria sia venuta a Alberto Manassei a San Teodoro in Sardegna. Qui possono trovar soddisfazione anche gli intolleranti al latte.

Gelateria del Teatro

Si nota passeggiando per via dei Coronari. Non tanto perché non è un negozio di antiquariato, come vorrebbe la tradizione della via, quanto perché in vetrina compaiono gli ingredienti (limone e mandorle li ho impressi nella memoria) e dietro di questi si scorge un po’ del laboratorio. Stuzzicata la curiosità non resta che soddisfarla ordinando un gelato al Fondente al Nero d’Avola. Forse preferite salvia e lampone?
Siete dei tipi classici? Ecco, la crema della nonna.
Non mi do regole alla Gelateria del Teatro. La qualità è talmente costante che seguo le stagioni. Per me ricotta, fico e mandorla val quanto un gelato alla mora.

Giolitti

Tutte le strade portano a Roma e tutte le guide portano da Giolitti. Non voglio essere da meno. È una delle basi “culturali” della città. A due passi dalla Camera del Parlamento si incrociano vari mondi per un cono.
Un tempo era l’indiscusso buon gelato romano, ma ora i puristi del gusto analizzano gli ingredienti, ne cercano l’origine etc. etc. Eppure la fila qui c’è sempre. Nostalgia? Tradizione? Valutate voi. Se cercate il gelato romano moderno, attento e ricercato, andate altrove. Se volete provare un gelato de Roma, i suoi ricchi coni alla crema, con la panna sopra, svelano ancora qualcosa del gusto della città.
Ultima avvertenza: alla cassa non parlate di “palline di gelato”. È cosa troppo da Nord. Qui, ed in tutta Roma, i gelati sono piccolo, medio e grande (per non dire enorme, un po’ come la scritta all’entrata).

  • Giolitti
    Via degli Uffici del Vicario, 40
    +39 06 699 1243

Otaleg

C’è un trucco per ricordarsi come si chiama. Il nome Otaleg, nato in zona Colli Portuensi, non è altro che la parola “gelato” scritta all’incontrario.
Ha rivoluzionato i miei gusti. Nei miei coni finivano solo le creme. Il destino ha voluto che, quanto Otaleg aprì anche a Trastevere, volli dell’albicocca. Il sapore dei frutti lo fanno gelato. Persino i siciliani vi ritrovano il fico d’India a Roma. Sarà per via di quel recupero emozionale di cui parla Marco Radicioni quando presenta la sua creazione. Basta anonime palline gelato! E ad ogni stagione Otaleg rinnova i gusti.

  • Otaleg
    Viale dei Colli Portuensi, 594
    Via di San Cosimato, 14A
    +39 338 651 5450

Torcé

Avrà sostituito lo zucchero col lattosio, avrà puntato su panna e latte ad alta digeribilità, ma a Claudio Torcè è rimasto l’istinto di giocare con i sapori. Con questo intendo dire che l’ho conosciuto grazie ad un gelato salato. Difficile trovare altrove un gelato al sedano o al gorgonzola. Sebbene il suo gelato al cioccolato, o meglio ai cioccolati, si faccia notare.

  • Torcé
    via dell’Aeronautica, 105
    viale Aventino, 59
    viale Marconi, 445
    + 39 0697882939

Autore

Rossella Di Bidino
Rossella Di Bidino
Ciao, sono Rossella Di Bidino, una friulana trapiantata a Roma da 15 anni, credo. Oramai ho smesso di contare gli anni che mi separano dalla polenta. Nella Città Eterna ho costruito una doppia vita e non me ne vergogno. Sono un’economista e sono una persona che gioca tra parole e ingredienti, anche se spesso mi perdo tra pub e viaggi. Ma che ti sei mangiato è stato il blog da cui è partito tutto. Ho scritto per me, per il Mulino Bianco, Group On Magazine, Dissapore, per diletto e per imparare.