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La Spagna più autentica, quella dei pinchos de tortilla e delle croquetas non si trova nei locali cool lungo le calle, ma nei mercati.
Dal popolarissimo Mercado San Miguel fino al Mercado San Fernand, passando per San Anton, ecco le tappe per un giro gastronomico tra 6 mercati gastronomici di Madrid, tra gente del barrio (quartiere) che compra carne e frutta e turisti che fanno happy hour.

Mercado de San Miguel – dal 1913 ad oggi, dalle tapas ai baolé

Il Mercado de San Miguel, primo mercato gastronomico aperto a Madrid nel 2009, è oggi gettonatissimo e gli chef stellati ci portano i loro progetti innovativi.
E quindi dove stanno autenticità e sapore locale?
Prima di tutto di autentico e originale c’è l’elegante struttura in ferro e vetro in stile Liberty del 1913/14.
Una volta entrati, poi, sedetevi ai tavoli comuni con il vostro bottino e sorridete: a San Miguel si mangia in piedi o appoggiati ai banconi comuni ed è impossibile non finire a scambiare due parole con chi siede accanto.

Ma veniamo alla parte gastronomica: decidete voi cosa fare.
Volete evitare gli chef stellati e muovervi lungo l’itinerario vecchia Madrid?
Ecco, il mio consiglio: un vermut da La hora del vermut perché, questo sì, è qualcosa che vi riporterà indietro alla Spagna di inizio secolo scorso, quando vermut e vermuterie erano un classico. Qui il vermut si prende liscio, senza scorze di arancia o di limone, ma se proprio lo volete, avrete anche la vostra scorzetta.
Ma cos’è un vermut senza tapas?

Per le tapas io vado dritta alle banderillas che sono accanto a La hora del vermut.
Le mie preferite? Le olive.
Sottaceti Saclà sparite e anche voi, olive taggiasche, scusate ma non c’è storia: qui le olive sono grosse come noci. Per renderle più allettanti, qualora ce ne fosse bisogno, le riempiono con qualsiasi delizia a cui potete pensare: salmone e formaggio di capra, sardine e peperoni, cipolline (però a chiamarle cipolline non gli si rende davvero giustizia), salsiccia e via dicendo.

ph Mercado de San Miguel

Ma non potete terminare la vostra esperienza al Mercado de San Miguel senza un assaggio dell’oriente, perché è il nuovo trend quello dell’Asian street food, qui.
Direttamente dal Viet Nam arrivano i baolé di Baolé: li trovate in tutti i colori, compreso color unicorno (sono quelli colorati con l’alga spirulina).
Cosa sono i baolé? Sono dei panetti tondi cotti al vapore e ripiegati in due a formare una tasca in cui potete trovare la quinoa (lo so che c’è qualcuno che a questo punto chiederà di abbassare i trigliceridi), ma anche cochinita pibil (qui torniamo su valori d’allerta per i trigliceridi, perché si tratta di maiale arrostito fatto macerare in limone e semi d’annatto) o curry iper speziato, per un incontro tra India e Vietnam in Spagna. Più global di così.

// Mercato di San Miguel, Plaza de San Miguel, Madrid

ph Mercado de San Miguel

Mercado de San Ildefonso – a spasso tra Asia e Sud America in centro a Madrid

San Ildefonso non è esattamente un mercato così come sono San Anton o San Fernando: qui si viene per mangiare, bere e fermarsi un po’ sulle terrazze. Non ho mai visto nessuno acquistare e riuscire nella calura madrilena.
Io vado dritta al primo piano da La Arepera per le arepas, piatti tipico del Venezuela. Fino a Madrid ci arrivo facilmente, ma in Venezuela chissà, per cui meglio approfittarne, no?
Le arepas sono delle tasche di farina di mais, quindi perfetto anche se avete un’intolleranza al glutine, ripiene di pollo, pesce ma anche di gusti più inusuali: io ho ascoltato lo chef e ho provato banana e tonno. Non male.

Siete vegani? No worry, perché ha aperto Mad Mad Vegan ed è una meta cult anche per chi vegano non è: i suoi hamburger vegani sono buonissimi. Non ho capito se sia la cipolla rossa che scrocchia ad ogni morso o la loro salsa segreta, ma è davvero difficile resistere.
Un altro piatto da non perdere da Mad Mad Vegan è l’hummus di mango.

Se non vi va il vegano, comunque La Boutique del ibérico con i suoi salumi che a solo vederli urlano “siamo gustosi, sapidi e la vita ti sorriderà per almeno 25 minuti dopo averci assaggiato” e i suoi formaggi è sempre al primo piano del Mercado San Ildefonso.
Dopo i salumi ed i formaggi, o meglio durante, io vi consiglio una clara con lìmon gelida. La cerveza con lìmon è birra chiara con lemonsoda: perfetta per dissetare e sì, anche per aiutare la digestione.
A San Ildefonso c’è anche un nutrito (non saprei trovare miglior aggettivo) calendario di eventi: ad esempio concerti, workshop, etc per cui prima di passarci magari buttate un occhio al sito.

// San Ildefondo – calle Fuencarral, Madrid

Mercado de San Anton – il mercato più colorato di Madrid

Sarà perché è a Chueca, a lungo roccaforte dell’orgoglio LGTB a Madrid, sarà per via dei colori dell’arcobaleno LGTB che ricoprono la fermata omonima della metro, per me San Anton è il mercato più colorato di Madrid.
C’è anche da dire che al piano terra ci sono i banconi di frutta con i loro rossi intensi, i gialli e gli arancio brillanti tanto da accecare, i verdi acidi dell’insalata riccia che qui si chiama rizada e i bianchi abbacinanti di aglio e cipollotti.
Più in fondo, il banco del pesce con i grigi e gli azzurro acciaio che virano al madreperla e al bianco delle squame di bacalao o di lubina (il branzino) e le fette di salmone pronte per la griglia.

Ma se invece che cucinarlo, il bacalao volete mangiarlo subito lì, allora andate a La casa del bacalao e dateci dentro: io non ho resistito a un paio di tapas di bacalao con pil pil e con caviale condite con il sidro di Asturia di Casa Trabanco.
Come si versa il sidro? Praticamente tra il bicchiere e la botte da cui è spillato intercorrono 40 cm: il sidro raggiunge il bicchiere disegnando un arco nell’aria, per via della pressione. Bellissimo da vedersi, ma il mio pensiero è stato subito ai litri di sidro che io, nel ruolo di cameriera, avrei dovuto sprecare prima di padroneggiare la mossa: un vero stillicidio di sidro. La nemica numero uno delle Asturie, mi avrebbero definito.

// Mercado de San Anton – calle de Augusto Figueroa

Mercado de San Fernando – la culla del cibo e delle idee a Lavapiés

Lavapiés è diventato negli ultimi 4/5 anni il centro vibrante di Madrid e qui c’è il Mercado de San Fernando.
Troverete stand di piatti tipici, birrerie per fare un aperitivo con caña gelata e tapas.

Il mio stand preferito? Los panchitos del frente perché lui è uno spagnolo burbero ma con un gran sorriso che io mi immagino, non chiedetemi perché, a muovere greggi di pecore e capre nella Sierra Oeste di Madrid. Se gli chiedete consiglio sui formaggi, vi chiede subito a che gusto siete abituati, perché i suoi formaggi di capra, beh la capra che pascola nelle sierre, quando l’aria è bollente e l’erba gialla, la senti proprio, siete avvisati.
Ma ha anche le migliori conserve, marmellate (lampone, vogliamo parlarne?) e gli yogurt.
Insomma, il paradiso di chi ama i latticini.

Se siete amanti della paella, allora il vostro posto è Arroces Tribulete.
Da provare la paella fideuà che ha alle spalle una leggenda: poiché un capitano si mangiava spesso tutta la paella con riso lasciando i marinai a bocca asciutta, il cuoco di bordo modificò la ricetta usando dei bucatini corti (i noodles per essere precisi) e mantenendo poi lo stesso condimento a base di pesce pescato, per cui calamari, polpo, gamberetti, etc.
Ed ecco la paella fideuà fatta con i noodles che non è male, ma io resto per quella con il riso.
C’è anche la paella del senyoret (in valenciano), cioè del signorino, perché fatta con i frutti di mare ma puliti, senza gusci. Insomma, era quella che si faceva quando veniva un signore di riguardo in visita.
Se le prendete da asporto, potete poi andare a mangiare nella zona centrale del mercato, in cui ci sono dei tavoli e sedie per mangiare insieme.

Il punto focale del Mercado de San Fernando è proprio quello di essere un posto per la comunità: qui troverete madrileni e turisti che fanno la spesa e non solo di alimenti, perché ci sono botteghe di artigiani e c’è il progetto innovativo di un supermercato gestito dai volontari che vivono nel quartiere e che ci mettono il loro tempo in cambio di punti per fare gli acquisti. Il progetto è ancora agli inizi, ma l’idea è bellissima, no? (ndr: a Brooklyn, USA c’è e funziona).

// Mercado de San Fernando, calle Embajadores

La Platea – l’happy hour a Madrid per il Milanese imbruttito in trasferta

È il più grande gastro leisure space d’Europa, volete davvero non andare?
Non lo chiamano prettamente mercado, ma come gli altri di cui sopra potrete trovare cucina spagnola e internazionale e acquistare direttamente frutta, verdura, formaggi, salumi vari.
Con 6.000 mq di cibo e drink, 2 piani e 3 gallerie, non c’è di che annoiarsi.
Rispetto ai mercati, Platea offre anche spettacoli vari: all’ultimo piano c’è un club privé dove si fa musica, ma soprattutto c’è un mega palco su cui si alternano cantanti, musicisti, ma anche comici di stand up comedy.

Ph_Platea

Ora, per il cibo: in quello che si chiama El Foso, cioè il piano sotto terra, io salterei, per ovvi motivi, il ristorante italiano e andrei diretta a Huerto y Cucharon per una cucina spagnola varia.
Qui trovate sia le uova di fattoria (beh, non proprio a km 0 perché vi sfido a tenere le galline in Calle Goya in centro a Madrid) cucinate in mille modi diversi che una vera valanga di verdura fresca o cotta e di stagione.

Ph_Platea

Poi, vabbeh, lo ammetto, se vi ho un po’ disorientato con l’attacco salutista, sappiate che in realtà la mia tappa fissa qui è Dbellota per via dei salumi.
La scelta tra jamon ibérico e jamon serrano richiede tutte le volte 5 minuti buoni di considerazioni varie da parte del mio cervello che combatte con la mia pancia.
Ero arrivata alla salomonica decisione di alternare tra i due, ma qualche volta mi lascio ancora fuorviare dall’aspetto del taglio del jamon: non mi giro mai per guardare un uomo, ma un taglio di prosciutto può farmi innamorare a prima vista.

ph Platea

Ah! La differenza tra i due spiegata semplice: jamon ibérico è il più pregiato perché proviene dai maiali iberici, alimentati con ghiande, mentre jamon serrano ( o “jamon de pais” o “jamon curado”) è quello di maiali bianchi di razza Duroc, Pietrain, Landrace o Large White, alimentati con mangime.
Un paio di note: da Platea la situazione è, di norma, tranquilla fino alle 18.
Dalle 18 in poi, si parte con l’happy hour ed è un crescendo.
Se siete in giro per il centro di Madrid e state boccheggiando e avete bisogno di un pit stop, questo è il posto! Le toilette sono perfette.

// Platea, calle Goya, Madrid

Mercado de La Cebada – come un vecchio mercato diventa un nuovo concept space?

Il Mercado de La Cebada sta al centro del quartiere de La Latina, un tempo il cuore della vida loca madrilena.
È da visitare per un motivo ben preciso: è in via di transizione tra il vecchio modello di mercato, quello frequentato dalle mujeres e dai pensionati in cerca di affari e affezionati ai loro mercanti preferiti che sapevano esattamente cosa il cliente cercava, in che quantità e come porgerglielo e il nuovo modello un po’ meno casa e più concept in cui si va sì per comprare, ma soprattutto per fare vita sociale.
D’altro canto, senza un cambiamento l’enorme spazio e i suoi negozi e botteghe erano chiaramente destinate a scomparire e lo spazio a diventare preda di immobiliaristi.
Invece, qualcosa pare muoversi e accanto alle vecchie botteghe stanno arrivando i locali dove ci si dà appuntamento, si prende un aperitivo, si mangia e si chiacchiera.

Ma il gusto del vecchio mercato, credetemi, è ancora lì: sarà il macellaio che, mentre aspetta il prossimo cliente, gioca a scacchi con il dirimpettaio o il vecchio orologiaio che nella sua bottega ripara orologi di ogni tipo, da quelli a cucù a quelli da polso proprio lì, tra La Bohemia, una libreria che vende i libri al peso e Tè y mi Gordy, una bottega che, invece, vende tè di ogni genere, da quello nero e speziato a quello verde, giallo e al super costoso bianco,
Se arrivate per l’ora dell’aperitivo, la soluzione migliore, a mio parere, è la Casa Velasco per una sangria o un calice di rosso corposo con qualche tapas, perché è in posizione perfetta per consentirvi di vedere il via vai di gente e farvi un ‘idea di cosa succede.
Proprio perché il mercato è in via di transizione, diciamo, troverete delle ali un po’ vuote, degli stand chiusi e degli stand che hanno tutto il sapore del vecchio mercato, per cui i proprietari vi guarderanno straniti, accorgendosi che non siete lì a fare la spesa. Ma non preoccupatevi, Basterà un sorriso e un hola e riuscirete a illuminare anche il più scuro fruttivendolo del Mercado de La Cebada.

// Mercado de la Cebada, Plaza de la Cebada

Autore

Cristiana Pedrali
Cristiana Pedrali
Scrivo di viaggi e di paesaggi e poiché, come diceva il giornalista catalano Josep Pla “la cucina è il paesaggio messo in pentola”, scrivo anche di cucina. Ma quella mi piace soprattutto provarla.
Collaboro con National Geographic Traveler e scrivo di curiosità di viaggio nel mio blog