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Avete mai pensato di trasferirvi in un posto dove siete stati in vacanza perché vi siete sentiti a casa? Ecco io l’ho fatto!

Come è vivere a Santorini

Mia nonna era di Cefalonia e mio nonno un soldato italiano spedito su quella bellissima isola durante la II Guerra Mondiale. Per chi ha visto il film del Capitano Corelli, prevedo già la prossima domanda e vi rispondo: sì, mio nonno suonava il mandolino! Questo quarto, piccolo ma testardo, ha cambiato la mia vita.

Nel 2005 inizio la mia esplorazione indipendente della Grecia, dopo le vacanze dell’infanzia, e più per caso che per volontà, capito a Santorini. Scelgo il sud come sistemazione, più autentico e meno turistico, e scatta l’amore a prima vista con la Signora Eva che gestisce il B&B dove alloggio, diventa la mia seconda mamma e motivo per cui immediatamente vorrei vivere qui.
Trascorro anni a essere derisa del mio sogno di trasferirmi in Grecia da chiunque, inizio a imparare il greco e, dopo dieci anni, mi prendo la mia rivincita e mi do un’altra possibilità, quella di vivere la vita dei miei sogni, svegliandomi finalmente a Santorini.
E da qui inizia una nuova fase per me, da semi-hipster dell’East London mi trasferisco in un villaggio sperduto su un’isola Greca.

Come si vive a Santorini?
È un’isola lontana, molto lontana dalla terra ferma. Non è un’isola accogliente, sia nella sua morfologia sia in quello che offre. È un’isola difficile.
È arida, manca l’acqua (ma in compenso ha tanto vino), non ci sono alberi, la terra regala pochissimo: pomodori, fava (uno speciale tipo di pisello giallo), capperi, katsouni (un cetriolo molto dolce), melanzane bianche, qualche patata e verdura a foglie verdi, uva. Tutto qui.
La metafora che userei per descrivere la vita su quest’isola si relaziona al cibo: qui sanno sfruttare il poco che la terra offre e accontentarsi di questo per creare qualcosa che ha per me del magico. Avere dei limiti, e usare la fantasia e la creatività per superarli e sentirsi comunque, e più di prima, appagati e liberi.

Cosa vedere a Santorini

Per quasi tutti, Santorini è Oia e i suoi tramonti, Fira e le sue stradine. Questa è per me la Santorini degli altri.

La mia Santorini è il sud. È l’estremità dell’isola, è il villaggio che mi ha accolto la prima volta che sono arrivata e quello stesso villaggio che mi accoglie oggi che sono diventata l’Italida (l’Italiana) di Akrotiri.
È un sud fatto di una vita contadina, semplice, alla mano. Quel sud dove la vicina di casa ti porta le uova fresche, dove scendi al parcheggio e sai che la macchina di fianco alla tua è del prete e l’altra del maestro. È un luogo dove hai un’identità, o forse, un timbro che ti distingue e allo stesso tempo ti fa appartenere a una comunità.

Creare con poco: il cibo di Santorini

Al centro di questa comunità ci sono la religione e il cibo. Per fortuna oggi vi parlo di cibo, protagonista della tradizione Greca e di quest’isola.
Qui si mangia sempre, a qualsiasi ora e non ci si rifiuta. Il cibo è la tradizione, la famiglia, la storia, la condivisione. Con il cibo si festeggia tutto, l’Onomastico, la Pasqua, si mangia anche ai funerali. Si condivide, tutto al centro e tutti negli stessi piatti. Si mangia per ore, e anche quando si dice ‘Andiamo a spizzicare qualcosa’, ecco, lì ci si deve spaventare. Ho visto patatine fritte in tavola alle 10 del mattino…

Affascinata da questa cultura, in parte, solo in parte, simile alla nostra, ho iniziato a chiedere di più alle mie vicine di casa, perché la prima volta che mi è stata presentata la marmellata di pomodori a colazione, non ne ho capito il senso: creare qualcosa con il poco che si ha, preparare conserve per i periodi difficili, usare tutto quello che si può, persino le foglie dei capperi! Il famoso ‘non si butta via niente’, qui è la regola.

Quanti piatti si possono creare con i pomodori? Quanti piatti con la fava? E i capperi? Sono sicura che anche se ci pensiamo intensamente, non arriveremo mai alla risposta corretta.

Come in tutti i posti molto visitati, ci sono alcune zone con trappole per turisti, ma non è così difficile evitarle. In generale a Santorini si mangia bene: è però più facile mangiare dell’ottimo cibo di Creta che trovare una taverna che offra del cibo tradizionale dell’isola. E con tutta la fantasia che ci hanno messo a creare questi piatti con i pomodori, ho pensato che è davvero un peccato non farvi sapere dove assaggiarli.

Dove mangiare a Santorini

Questi sono per me i migliori posti dove scoprire i piatti tradizionali dell’isola. E le persone.

THE GOOD HEART: taverna a conduzione familiare

Questa è la tipica taverna a conduzione familiare in cui la mamma, la Signora Anna, dirige la cucina e i figli servono in sala. La ritengo la miglior taverna di Santorini: cibo autentico, prodotti locali, luogo accogliente e vista incredibile. Si trova sulla strada verso il Faro, il mio posto preferito dell’isola, se non andate, mi offendete.
Qui potete scoprire tutti i protagonisti della vera cucina di Santorini con alcune varianti molto interessanti. Oltre al tradizionale pureè, potete trovare la fava sotto forma di polpette, favatokeftedes, davvero deliziose. I capperi li trovate sia nell’insalata ma anche in uno stufato con pomodori, chiamato giachni, che non ho mai visto in nessun altro menu dell’isola.

Se vi piace il saganaki, il formaggio fritto, provate qualcosa di nuovo, il chloro saganaki, uno dei pochi formaggi locali, vagamente simile alla feta, meno salato e con una consistenza più morbida. Per i carnivori da provare il kritharoto (pasta corta cucinata come il risotto) con le melanzane bianche e carne di maiale affumicato o il coniglio al forno. Tutti questi piatti sono tradizionali dell’isola ma qui vi aspettano anche piatti nazional-popolari, come moussaka, pasticcio, suvlaki, per chi non vuole osare (che peccato però!). Non perdete la possibilità di ringraziare la signora Anna a fine pasto e vedrete che il suo sorriso e i suoi occhi azzurri vi racconteranno da soli l’amore per quello che fa.

THE GOOD HEART
Akrotiri, verso il Faro
facebook.com/goodheartsantorini/

CAVE OF NICHOLAS: mai più senza kolukithanthei

Qui troviamo Minas alla guida della cucina: dopo aver appreso l’arte da mamma Margarita e con l’aiuto delle sorelle, il gigante buono ha trasformato questa caverna sulla spiaggia in uno dei migliori ristoranti dell’isola che con grande umiltà ed impegno inizia a ‘dare fastidio’ ai grandi. Quello che mi piace della Spilià (caverna in Greco) è il senso di accoglienza, qui mi sento a casa, e non solo io.

È molto bello arrivare in orari tranquilli e vedere tutto lo staff mangiare insieme e divertirsi. Ancora meglio ascoltare Minas suonare il bouzouki (uno strumento tradizionale) mentre la sala è piena, anche se dovrebbe stare in cucina. La sua gioia di vivere si trasmette anche nei piatti.

Fino a qualche tempo fa il mio piatto preferito era uno, ma non potevo ordinarlo perché impossibile da pronunciare per me in Greco (kolukithanthei), i fiori di zucca ripieni di riso, variazione di Santorini per le classiche dolmades con foglie di vite. Ora che l’ho imparato ho però scoperto altri due piatti: la Skordomakarona e la Fava Pantremeni (sposata).

La Skordomakarona è un piatto di pasta, simile ad una aglio olio e pomodori al posto dei peperoncini, di una semplicità e bontà commovente (e cotta la dente!).

Non ho molte parole per la Fava Pantremeni perché ogni volta che la mangio mi pento di non averla ordinata le 160 volte che sono stata qui: è il classico pureè di fava con l’aggiunta di capperi e pomodorini, una vera delizia. E, last but not least, le melanzane bianche fritte o anche in forma di pureè.
C’è chi viene qui solo per le polpette di pomodori fritte con il baccalà e ci sarà pure un motivo! È sicuramente è anche uno dei ristoranti dove dovreste assaggiare il pesce, il mio consiglio va per le sardine alla griglia oppure di odinare delle gopes alla griglia, pesci simili a delle piccole orate, e Minas saprà che c’è il mio zampino.

CAVE OF NICHOLAS
Akrotiri, vicino al Sito Archeologico
nikolascave.gr/en/

FAROS MARKET: bottega e pranzo

Non è un ristorante e nemmeno una taverna. È però una tappa obbligatoria per tutti coloro che vogliono saperne di più, non solo del cibo, ma delle tradizioni di Santorini.

Il Faros Market è un delizioso negozio sulla strada verso il Faro che vende prodotti locali fatti da Maria, una giovane donna, di Santorini, che ha fatto tesoro di tutto quello che le ha insegnato sua mamma e ha deciso di valorizzare questa bagaglio culturale per far sì che la tradizione non venga dimenticata con il passare del tempo. È una persona per cui vale il viaggio a Santorini. Vi può raccontare del lavoro e la fatica che c’è dietro ai suoi buonissimi prodotti e del suo amore per l’isola.

Qui potete provare le sue conserve e assaggiare anche il vino fatto da Maria e suo marito Panagiotis: vi consiglio di non perdere il famoso Vinsanto e di provare anche l’Assyrtiko.

Da quest’anno al Faros Market potete anche avere un pranzo veloce, semplice, senza fronzoli. Pochi piatti: l’insalata di Santorini con le foglie di capperi, il formaggio chloro e i pomodorini; le famigerate polpette di pomodori con la ricetta di mamma Eva (che è la mia seconda mamma), imperdibili; il pureè di fava nella sua autenticità. È anche uno dei pochi posti dove potrete assaggiare il Koufeto, un dessert semplicissimo fatto di miele e mandorle, che a Santorini si serviva durante matrimoni come simbolo di prosperità. Regalatevi qualche ora di tranquillità, sedetevi sui tavolini anche solo per il caffè e scommetto che anche voi, dopo poco tempo, vi sentirete parte di questa famiglia.

FAROS MARKET
Akrotiri, verso il Faro
farosproducts.gr/home

PANIGYRI: dalla colazione al drink

Questo posto è un nuovissimo locale che ha aperto questa stagione, un’oasi nella frenetica capitale dell’isola, Fira.
Ed è già tra i miei preferiti. Ci si può fermare qui per un caffè o un drink la sera ma l’asso nella manica sono la colazione/brunch e soprattutto il menu combo per il pranzo o per la cena. Un mix di sette degustazioni di piatti locali (tra cui, immancabili, fava e polpette di pomodori ma anche agnello al sugo di pomodoro e baccalà fritto con skordalià, una salsina a base di aglio). Incluso nel combo anche una mini degustazione di oli con pane fresco. Il locale è accogliente, con un cortile molto invitante e Marianthi, la padrona di casa, giovane donna di Santorini, vi parlerà con dolcezza e trepidazione di questo suo nuovo progetto dedicato all’isola dove è nata e cresciuta.

PANIGYRI
Fira, sotto la piazza centrale
instagram.com/panigyri/

 

Autore

Nicoletta Barbata
Nicoletta Barbata
Irrequieta e testarda per nascita, vivo a Santorini da due anni e qualche mese inseguendo il mio sogno di vivere su questa meravigliosa isola e le mie origini Greche. Ricerco e racconto storie da un posto invidiabile generando invidia e gelosia!