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Sono stata a Palermo all’inizio della primavera, quando a Milano le temperature miti non erano ancora arrivate. Atterrare all’aeroporto è stato per me un tuffo di vita: la brezza leggera del mare mi ha dato il benvenuto accarezzandomi i capelli, mentre il tepore della bella stagione mi ha abbracciato, facendomi dimenticare il cappotto in pochi minuti.

Perché Palermo ti accoglie così: avvolgente, calda, generosa nel suo abbraccio

Cosa vedere e dove mangiare a Palermo

Non starò qui a stilare un elenco dettagliato delle bellezze da vedere in città, perché sono innumerevoli, e sicuramente rischierei di tralasciare qualcosa. Preferisco raccontare la Palermo che ho vissuto io, giorno dopo giorno. Un po’ a caso, come i flâneur di un tempo, che amavano perdersi senza una meta, e ritrovarsi in luoghi magici. Un po’ come è successo a me: ho iniziato a passeggiare lungo via Vittorio Emanuele, una delle arterie principali della città, partendo dai Quattro Canti, una deliziosa piazza ottagonale che si eleva al cielo tra fontane, allegorie delle quattro stagioni e statue delle sante palermitane. Un crocevia di persone, automobili e motorini che ti costringe a rallentare, se non a fermarti, per ammirare un bellissimo esempio di architettura classica.

La Cattedrale di Palermo

Spinta dalla magia della città ho continuato a camminare, tra negozietti di artigianato, locali e alimentari vari, fino alla Cattedrale. Descriverla in poche righe sarebbe riduttivo: quello che ha suscitato in me è stato un senso totale di bellezza estrema. Esempio altissimo di architettura normanna, spagnola e asburgica, la Cattedrale è un luogo in cui il tempo si ferma, perché non sarebbe mai sufficiente per scoprirla tutta. Dai suoi bellissimi interni alla cupola che svetta nel cielo, fino al cortile – un vero luogo senza tempo – la Cattedrale rimane ancora oggi uno dei ricordi più vivi della città che mi porto nel cuore.

Palazzo dei Normanni e Trattoria ai Normanni

A pochi passi da questo luogo magico si alza al cielo il Palazzo dei Normanni, noto anche come Palazzo Reale. Il palazzo è la più antica residenza reale d’Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia, e abbraccia dei deliziosi giardini dove ci si può riposare o leggere un libro, in una pace quasi surreale. A pochi passi da lì, quasi per caso, ho scoperto la Trattoria ai Normanni. Per chi ha voglia di gustare i profumi siciliani, questo è sicuramente il posto giusto. Tra zuppe di mare, tagliate di alalunga e filetti di manzo con cipolle rosse, questa trattoria dal gusto tradizionale non delude, anzi, conquista. La mia scoperta personale? La pasta con le sarde, che, ammetto, non mi aveva mai granchè ispirato.

Ovviamente mi sono ricreduta in tempo zero e sì, anche se l’uvetta non mi fa impazzire, il suo abbinamento con l’acciuga e i pinoli mi ha letteralmente conquistato. Grazie a Marilena e a Marco, i proprietari, mi sono sentita a casa… e ci sono tornata anche la sera dopo!
La magia della città è proprio questa: ti travolge, non ti lascia scampo. A Palermo ho percorso ogni giorno almeno 10 km a piedi (che per una pigra come me è un record mondiale!) per non perdermi una vista, un sapore, una bellezza architettonica in grado di stupirmi.

Il Teatro Massimo

Come il Teatro Massimo, racchiuso nella magica Piazza Verdi, che con il suo colonnato sembra voler sfidare il cielo. Non è un caso che sia il più grande edificio teatrale lirico d’Italia, e uno dei più grandi d’Europa. Visitandolo ho scoperto la grande sala degli spettacoli, maestosa e raffinata, e ho giocato con la mia voce nella rotonda del mezzogiorno attraverso un’eco incredibile, che amplifica a dismisura i suoni.

Alla scoperta dei sapori

Uscendo dal teatro, dopo una visita guidata che non scorderò mai per i dettagli che mi ha permesso di scoprire, sono stata avvolta da un profumo di dolce, e da golosa quale sono non ho atteso tanto: l’ho seguito e sono giunta al Monastero di Santa Chiara.
Mistero svelato: essendo una domenica, ho avuto la fortuna di capitare in un mercatino allestito nel cortile, dove preparavano al momento i mitici cannoli siciliani.

I cannoli siciliani

Pistacchio, ricotta, gocce di cioccolato e frutta candita: è stata la prima volta in cui ho potuto personalizzare totalmente un cannolo, e ovviamente è stato il migliore che io abbia mai mangiato. Ho scoperto che se il cannolo lo riempi poco prima di mangiarlo resta croccantissimo, e che la frutta candita, se dosata bene, è semplicemente strepitosa. Animata dalla voglia di scoprire di più (o semplicemente dagli zuccheri ingeriti) mi sono addentrata tra le piccole vie del centro storico, direzione: mercato Vucciria. Se è vero che Palermo è la città del sole, ma anche dell’ottimo cibo, è anche vero che non fa niente per nasconderlo: sulla strada per il mercato ho trovato infatti una serie di venditori di arance dal profumo strepitoso. Inutile dire che non ho nemmeno avuto bisogno di chiedere di assaggiarle: uno spicchio era già pronto per me.

Il mercato della Vucciria

Il profumo del frutto mi ha riportato alla mia infanzia, a quando mia nonna in Puglia mi portava in campagna, ad una dolcezza, quella del calore del sole sulle arance, a cui non ero più abituata. Felice come una bambina ho subito comprato un sacchetto di arance: il mio acquisto più bello di Palermo.
Alla Vucciria il mio viaggio nei sapori è continuato, perché più che un mercato, è un vero ristorante a cielo aperto: tavolini e sedie ovunque, verdura freschissima, pesce e carne per tutti i gusti. Non aspettatevi il mercatino perfetto e super instagrammabile: la Vucciria è una delle anime più vere di Palermo, e come tale è caotica, imprevedibile, tremendamente vera.

Conquistata dal suo calore, ed essendo già l’ora del tramonto, ho deciso di cenare lì: mai scelta fu più azzeccata. Mi sono buttata su una frittura di pesce, ovviamente preparata al momento, e su un piatto di polipo bollito, tanto morbido quanto profumato. Mentre i turisti si allontanavano, mi sono ritrovata in compagnia di signori e signore palermitani che mangiavano all’aria aperta, e ho condiviso con loro i tavoli in plastica e le sedie. Tra il vociare allegro, i bambini che giocavano a pochi passi, i ristoratori e gli ambulanti che chiamavano i piatti dei clienti, mi sono ritrovata in una scena quasi pasoliniana, che rivivrei mille volte.

Non so se sia per il calore del sole, che si riflette in quello delle persone, o per la bellezza autentica e quindi imperfetta, ma Palermo è davvero in grado di rigenerare l’animo: per la vita incontenibile che sprigiona, attraverso i suoi mercati e i suoi locali, per le sue immense bellezze architettoniche. A chi cerca l’ordine e il rigore la città può sicuramente sembrare “eccessiva”, a tratti disordinata e imprevedibile. Per un’amante della vita come me, invece, tutto questo è stato semplicemente reale, a volte un po’ folle, ma sicuramente indimenticabile.

 

Autore

Valeria Di Terlizzi
Valeria Di Terlizzi
Scrivo e viaggio, e ho reso queste due passioni un lavoro.
Ho vissuto a Copenaghen e ne ho amato la delicatezza perfetta; mi sono poi trasferita a Malta e sono stata conquistata dal suo caos vitale. Forse perché in fin dei conti amo l'autenticità, in ogni sua forma ma soprattutto in ogni suo dove.